Non solo hanno confermato la sua condanna, ma gli hanno aumentato la pena. E lui, Luiz Inácio “Lula” da Silva ha risposto ribadendo la sua volontà di fare quel che la condanna gli impedisce, in termini strettamente legali, di fare. Ovvero: di presentare la sua candidatura per le prossime presidenziali brasiliane. Per Lula – e per i suoi ancora molto numerosi sostenitori – non v’è dubbio al cuno. Tutti processi penali per corruzione aperti contro di lui non sono che una manovra del Brasile più reazionario per impedire un suo ritorno alla presidenza nel nome della parte più povera e negletta della popolazione. Una tesi, questa, quantomeno discutibile, che però – come sostiene Juan Arias in questo articolo pubblicato da El País di Madrid – potrebbe essere la piattaforma di una sua ennesima rinascita politica. Come l’Araba Fenice, Lula potrebbe risorgere dalle sue stesse ceneri come grande ricostruttore di quella sinistra radicale che, nel 2005, aveva abbandonato…