Il prof. Gennaro Carotenuto insegna Storia del Giornalismo nel piccolo, ma molto prestigioso ateneo di Macerata. E lo fa, mi assicurano, con grande perizia e passione. Ma la sua vera specialità – o, se preferite, la scienza da lui con più frequenza e profondità praticata – sembra da tempo essere la “cavallinologia”. Credo, anzi, che il professor Carotenuto possa a tutti gli effetti (e senza possibilità di smentita) esser considerato, oggi, il miglior cavallinologo (0 cavallinista?) vivente. Anche perché a nessuna persona con un minimo di sale in zucca potrebbe mai venire in mente, non solo di praticare la cavallinologia, ma anche soltanto di considerarla, sia pur in forma approssimata, una pratica scientifica.
La cavallinologia altro infatti non è – come il suo nome suggerisce – che lo studio della vita e delle opere (o, più esattamente, delle malefatte) di Cavallini Massimo, tema che, per la sua intrinseca irrilevanza, lascia spesso indifferente anche chi di quello studio è l’esclusivo oggetto. Ovvero: il qui scrivente Cavallini Massimo. Ed a sospingere il Carotenuto in questi inesplorati territori dove si muove con un ardore che, a tratti, assomiglia ad una vera e propria ossessione, è la credenza che il Cavallini lo vada – talora in prima persona, talaltra sotto mentite spoglie – perseguitando. Laddove per “persecuzione” (altro indispensabile chiarimento) il professore ovviamente intende – con assoluta coerenza, visto che, giornalisticamente parlando, il suo modello è il Granma cubano – l’espressione di opinioni in contrasto con le sue.
L’ultimo (e splendido) caso di cavallinologia applicata, gentilmente segnalatoci da amici, nasce a seguito d’un articolo che il professore ha dedicato, nel suo sito “Giornalismo partecipativo”, alle primarie dell’opposizione venezuelana, e che 2Americhe ha puntualmente ripreso, sotto il titolo “chavisti pennuti”, nella sua rubrica “scritti da cani” (il “pennuti” si riferisce al fatto che il Carotenuto, aveva con molto perentoria superficialità contestato un articolo di Paolo Manzo, nel quale Henrique Caprile Radonsky (dal Carotenuto del tutto arbitrariamente, ma in piena sintonia con i più ottusi tra i chavisti, definito “un estremista di destra”) veniva qualificato come “progressista”: “se Caprile è progressista – aveva scritto il professore – io sono Nonna Papera”). Massimo Cavallini – al pari di tutti coloro che hanno, in qualche momento, testimoniato pensieri sgraditi al professore, è stato da molto tempo messo rigorosamente al bando dal sito “Giornalismo partecipativo” (il professore provvede a cancellare, quando ci sono, anche i trackback di 2Americhe). Ma il Carotenuto ha creduto di scorgere la sua presenza (e non è la prima volta) dietro i commenti di tal Umberto Blanca, anche lui, come si può vedere, immediatamente condannato all’ostracismo.
La cosa più interessante è, tuttavia, questa: il professore coglie l’occasione – rispondendo all’angosciato l’interrogativo d’uno dei commentatori (uno dei pochi ai quali Giornalismo partecipativo concede accesso) per rispondere in forma antologica vale a dire: ripubblicando tutti i suoi scritti in materia) al quesito che è alla base della scienza di cui il più illustre, anzi, l’unico praticante: chi è Cavallini?
Ecco qui, ripresi dal sito Giornalismo partecipativo, tutti i link necessari:
http://www.gennarocarotenuto.it/1168-omero-ciai-angela-nocioni-piero-sansonetti-massimo-cavallini-risposte-dovute/
http://www.gennarocarotenuto.it/1843-massimo-cavallini-e-lassassino-di-roque-dalton/
http://www.gennarocarotenuto.it/15250-il-vizietto-diffamatorio-di-massimo-cavallini-contro-gennaro-carotenuto/
http://www.gennarocarotenuto.it/16416-il-benaltrismo-alla-rovescia-di-massimo-cavallini/
Avevamo in un primo tempo pensato di indicare ai lettori anche i link delle risposte che 2Americhe aveva, in talune circostanze, dedicato a quegli articoli (risposte che, comunque, chi lo desideri può facilmente trovare nel sito). Ma abbiamo poi deciso che non era il caso. La “cavallineide” del Carotenuto è infatti, a suo modo, un capolavoro che va gustato in tutta la sua purezza, senza intrusioni di sorta. Sicché ci limitiamo a segnalarvi quelle che, tra le performance cavalliniste del professore, consideriamo le più complete e migliori: quello che riassume la biografia del Cavallini, elencando le tappe della sua (non troppo) lunga marcia verso la Cia ed il Gruppo Prisa (un’altra ossessione del professore). E quella – un esempio di cavallinologia davvero insuperabile – nella quale accusa il Cavallini di complicità morale nell’assassinio del poeta salvadoregno Roque Dalton.
Dunque: buona lettura a tutti. E, soprattutto, grazie Nonna Papera.
Ho avuto anch’io, un paio di anni fa, un breve incontro in rete con il professor Gennaro Carotenuto ed ho avuto il modo di constatarne la ristrettezza di vedute, l’intolleranza e l’aggessività. Spero vivamente che non sia diventato, oltre che cavallinologo, anche moscatellologo.
Non c’e perivolo Antonio: la cavallinologia e’ una scienza troppo impegnativa – e il Carotenuto la pratica con troppo zelo – per consentire diversioni di sorta.
Che bello, voglio anch’io una biografia scitta dal professr Carotenuto. Come si fa per ottenerla?
In teoria è facile, Ugo, ma in pratica difficilissimo. Facile perché per irritare il professore basta scrivere qualcosa in moderato contrasto con le sue idee (o con la sua fede, quando si tratta di Cuba o del Venezuela). Difficile perché, chiunque tu sia, una volta che sei entrato in rotta di collisione con il Gennaro-pensiero, il medesimo Gennaro immancabilmente – vedi il caso del povero Umberto Blanca – vede il fantasma di Cavallini. Comunque ci puoi provare. Ti auguro di poter presto leggere, in Giornalismo Partecipativo, un articolo dal titolo: “Chi è Ugo P.?”.
Piantala cavallina storna. Ormai sei lo zimbello di tutta la rete.
Ti sbagli Full_Throttle96. La vera cavallina storna e’ proprio il Carotenuto.: “…disse un nome (Cavallini, naturalmente)…sono’ alto un nitrito…”. 🙂