No menu items!
13.9 C
Buenos Aires
Wednesday, October 9, 2024
HomeAmerica CentraleHondurasJuan Orlando Hernández, “dictardorzuelo”

Juan Orlando Hernández, “dictardorzuelo”

Dice che governerà “per tutti, anche per quelli che non mi hanno votato”. Ma fin troppo chiaro è che, come tutti i dittatori – anzi come tutti i “dictadorzuelos”Juan Orlando Hernández governerà solo per se stesso.

Con la cerimonia di assunzione della presidenza si è chiusa ieri, in Honduras, un’altra delle brutte storie che vanno marcando la crisi della democrazia (una democrazia spesso con grandi sacrifici riconquistata) in tante parti dell’America Latina. E si è chiusa nella nebbia dei lacrimogeni, tra le proteste di un paese che non accetta la farsa elettorale che ha regalato a Hernández un secondo mandato presidenziale. Ovvero: qualcosa che la Costituzione dell’Honduras esplicitamente vieta.

I fatti sono noti. Juan Orlando Hernández ha vinto – secondo i molto poco convincenti dati del Tribunale elettorale, giunti al termine d’un assai nebuloso conteggio durato più di due settimane – battendo di strettissima misura (42, 95% contro 41,42%) il candidato della Alianca Oposidora, Salvador Nasralla. Ha vinto quasi certamente per frode elezioni che tutti gli osservatori internazionali – a cominciare da quelli della OAS, Organizzazione degli Stati Americani – ha reclamato la ripetizione del voto. E, soprattutto, ha vinto elezioni alle quale, stando alla Costituzione, neppure avrebbe dovuto prender parte.

Come è potuto accadere? La risposta e molto semplice. Come avviene in tutte le partite truccate, Hernández ha comprato gli arbitri. Più esattamente: ha, nel corso del suo primo mandato, riempito la Corte Costituzionale di suoi uomini. E dai suoi uomini ha ottenuto – per colmo di ridicolo nel nome della difesa dei suoi “diritti umani” – il diritto di ripresentarsi ad elezioni che poi ha vinto per frode, grazie alla complicità dell’altro arbitro (il Tribunale elettorale che, per restare in metafora, chiameremo il guardialinee).

Proprio così: Juan Orlando ha potuto correre per un secondo mandato perché la Corte ha decretato che farlo era un suo “diritto umano”. E la cosa peggiore è che questa degli arbitri comprati e dei nuovi “dictadorzuelos” – non che dei “diritti umani” violati – non soltanto una storia honduregna. È, invece, parte di una nuova tendenza che – dal Nicaragua del “nuovo Somoza” Daniel Ortega, al Paraguay, alla Bolivia, per non dir del Venezuela – sembra marcare il futuro prossimo venturo dell’intero continente. Vedi, a questo proposito: :

“Dall’Honduras alla Bolivia, il triste ritorno del ditadodzuelo”.

 

 

 

 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

Most Popular

Recent Comments

Sandro Berticelli on Maduro, una catastrofica vittoria
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
Corrado on Cielito lindo…
Corrado on Tropico del cancro
Corrado on Evo dixit
Corrado on L’erede
Alligator on Aspettando Hugodot
A. Ventura on Yoani, la balena bianca
matrix on Chávez vobiscum
ashamedof on Chávez vobiscum
stefano stern on Chávez e il “maiale”
Antonio Moscatelli on Gennaro Carotenuto, cavallinologo
pedro navaja on La strada della perdizione
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
Alessandra on Benaltrista sarà lei…
Alessandra on Benaltrista sarà lei…
Arturo Sania on Benaltrista sarà lei…
A.Strasser on Benaltrista sarà lei…
Alessandra on Benaltrista sarà lei…
A.Strasser on Benaltrista sarà lei…
Arturo Sania on Benaltrista sarà lei…
giuilio on Maracanazo 2.0