Donald J. Trump ha infine trovato – quando non mancano che pochi giorni al primo anniversario del suo ingresso alla Casa Bianca – il termine che meglio definisce la sua presidenza. Questo termine – dallo stesso Trump usato riferito ai paesi dai quali provengono immigrati (tutti ovviamente di colore) a lui non graditi – è “shithole”, buco del culo. Secondo Trump sono “paesi del buco del culo” Haiti, il Salvador e l’intero continente africano. Per il resto del mondo, invece, è lui, a questo punto, ad essere, a tutti gli effetti, un “shithole president”. Non c’è dubbio alcuno. In meno di un anno – insulto dopo insulto, scurriltà dopo scurrilità, tweet dopo tweet, Trump ha marcato a fuoco la sua presidenza con un trademark fatto di ignoranza, volgarità, razzismo ed inettitudine. Il tutto condito con una spesso sconcertante forma di personale stupidità. Chi, infatti, se non uno stupido potrebbe potrebbe definire se stesso “un genio”?
Mai, prima d’ora, il prestigio internazionale degli Stati Uniti d’America era caduto tanto in basso. Tutto da leggere, a tal proposito, l’articolo scritto da Robin Wright per il settimanale New Yorker.
[…] Trump, the “shithole” president […]