No menu items!
21 C
Buenos Aires
Tuesday, March 19, 2024
HomeAmerica CentraleNicaraguaOrtega è per sempre

Ortega è per sempre

Fu, dopo anni di lotta clandestina nelle fila del FSLN, il primo presidente del Nicaragua che, nel luglio del 1979, aveva finalmente liberato sé stesso dalla lunga tirannia dei Somoza. E fu anche il presidente al quale toccò, fino alla sconfitta elettorale del 1990, guidare un paese aggredito ed assediato da una superpotenza, gli Stati Uniti d’America, abituata a considerare (ed a trattare) il Centro America come un’aiuola del suo “cortile di casa”. Ora – a quasi un quarto di secolo da quei giorni – Daniel Ortega è ancora, anzi, è più che mai presidente. Lo è, per l’esattezza, dall’anno del Signore 2007, grazie al 38 per cento dei voti col quale, al termine d’una lunga stagione di tentativi falliti e di molti squallidi compromessi, sconfisse i candidati di un Partito Liberale diviso. E presidente – è fin troppo facile prevederlo – Daniel Ortega resterà per molti anni a venire. O per sempre, dovessero realizzarsi nella loro plenitudine quelli che sono gli ovvi propositi degli emendamenti costituzionali che, con assai allegre procedure, un Parlamento da Ortega controllato ha approvato alla fine di gennaio. Peccato, tuttavia, che di “quel” Daniel Ortega – il primo dei nove comandanti che guidarono la resistenza (armata e non) che infine costrinse alla fuga “Tachito” Somoza ed i suoi gerarchi – non vanti che una molto arrugginita somiglianza fisica. Quanto basta per rendere ancor più triste la sua attuale somiglianza politica con il Somoza che contribuì a cacciare 35 anni orsono. Il Nicaragua del quale Daniel Ortega si appresta a diventare “presidente a vita” non solo non è il paese socialista sognato da molti sandinisti, ma non è più nemmeno una democrazia. È, in effetti, soltanto un regime ibrido nel quale tutti i poteri sono controllati dall’esecutivo, una sorta feudo familiare, caratterizzato da un capitalismo ultra-clientelare e corrotto.

In questo articolo per Infolatam, Rogelio Nuñez ripercorre le tappe di questa desolante involuzione.

Previous article
Next article

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

Most Popular

Recent Comments

Sandro Berticelli on Maduro, una catastrofica vittoria
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
Corrado on Cielito lindo…
Corrado on Tropico del cancro
Corrado on Evo dixit
Corrado on L’erede
Alligator on Aspettando Hugodot
A. Ventura on Yoani, la balena bianca
matrix on Chávez vobiscum
ashamedof on Chávez vobiscum
stefano stern on Chávez e il “maiale”
Antonio Moscatelli on Gennaro Carotenuto, cavallinologo
pedro navaja on La strada della perdizione
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
Alessandra on Benaltrista sarà lei…
Alessandra on Benaltrista sarà lei…
Arturo Sania on Benaltrista sarà lei…
A.Strasser on Benaltrista sarà lei…
Alessandra on Benaltrista sarà lei…
A.Strasser on Benaltrista sarà lei…
Arturo Sania on Benaltrista sarà lei…
giuilio on Maracanazo 2.0