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Thursday, November 21, 2024
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Venezuela, crisi senza fine

In un lungo saggio pubblicato da Foreign Affairs, Moisés Naim e Francisco Toro, analizzano lo stato delle cose in Venezuela. E le loro conclusioni non lasciano spazio alcuno alla speranza. Semplicemente: il Venezuela è attualmente uno Stato criminale, un Mafia-State che – tralasciando le improponibili ipotesi di interventi militari alimentate dai demagoghi di turno – pochissimo o nessuno spazio lascia a possibili ritorni negoziati alla democrazia.

Per rendere l’idea di quel che sta accadendo oggi nel paese, Naim e Toro partono da Arauquita, una remota città di confine colombiana di circa 5.000 persone nella quale, mesi fa, le forze armate venezuelane si sono scontrate – uscendone sconfitte – con le bande dissidenti delle FARC. “Per uno sguardo al futuro del Venezuela – scrivono infatti – guardate Arauquita…Nel mese di maggio, migliaia di rifugiati venezuelani massacrati provenienti dal vicino Stato di Apure hanno iniziato ad arrivare ad Arauquita con tristi storie di bombardamenti aerei e perquisizioni casa per casa da parte di soldati venezuelani. Una piccola guerra era scoppiata nella regione, contrapponendo l’esercito fedele al Presidente venezuelano Nicolás Maduro al Decimo Fronte, una fazione dissidente delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), il gruppo ribelle marxista colombiano trasformato nel cartello del traffico di droga, che anni prima aveva varcato il confine e di fatto si era impossessata di una parte dello Stato di Apure.

Le battaglie nello Statodi  Apure possono essere un segno di cose a venire. Il regime venezuelano non è solo una dittatura militare, ma anche un’impresa criminale. Più che uno Stato razionale-burocratico weberiano, Maduro conduce una confederazione di capi criminali dove svolge il ruolo di capo di tutti capi. Normalmente, Maduro è in grado di arbitrare le controversie tra i suoi capitani. Ma a volte, come ad Apure, il sistema si rompe e la violenza esplode.

I generali dell’esercito – prosegue l’articolo – gestiscono la maggior parte del racket oggi. I generali controllano tutto dalle fornitissime bodegones di Caracas, rivenditori di fascia alta dove ogni tipo di bene importato è prontamente disponibile. Settori molto più torbidi, come il commercio insanguinato di coltan, un elemento di terra rara, dalle giungle del sud. Le organizzazioni criminali colombiane, come il Decimo Fronte delle FARC e il gruppo rivale di guerriglia ELN noto per la sua brutalità, operano in combutta con funzionari venezuelani e altre volte sfidano le autorità. Altre attività lucrative sono finite nelle mani di civili vicini al regime – losche figure che hanno presieduto il boom della costruzione di fascia alta nelle aree ricche di Caracas – o in quelle di bande criminali, che controllano tutte el attività interne alle prigioni ed i profitti derivati dall’impietosa estorsione di detenuti……

Leggi l’intero articolo in inglese

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