Per entrare bisogna aprire un cancello. E, per aprire il cancello, bisogna chiedere la chiave ai padroni. Ovvero: ai trafficanti di droga. Che, se si fidano di te, te la fanno avere dietro pagamento d’una somma di danaro pari a 4 dollari. È accaduto, anzi, sta accadendo in quella parte di Rio che va sotto il nome di Favela de Parada de Lucas, ai margini d’una delle più importanti arterie cittadine: quell’Avenida Brasil che le autorità vorrebbero sgombera da ogni bruttura per i prossimi mondiali di calcio (2014) e per i Giochi Olimpici (2016). La domanda – metaforicamente parlando – è: chi avrà, allora, in mano le chiavi delle favelas che costellano gli splendidi panorami di Rio de Janeiro? E, soprattutto, qual è – socialmente e politicamente parlando – la vera chiave per risolvere il problema della povertà urbana di cui le favelas non sono, con tutto l’inevitabile strascico di criminalità e di violenza, che il più visibile simbolo? I fatti de la Parada de Lucas ci dicono che le chiavi d’entrata delle favelas sono ancora – e non solo metaforicamente – nelle mani delle bande del narcotraffico. E che ancora la democrazia brasiliana, pur in un momento di straordinario sviluppo, non ha saputo trovare la chiave per risolvere il problema.
Ecco come O Dia, quotidiano di Rio, ha riportato gli avvenimenti