Juan Manuel Santos è convinto di farcela. Dopo 65 anni di ininterrotta violenza ed oltre 200.000 mila morti ammazzati, il presidente colombiano non dubita che riuscirà infine a chiudere definitivamente, entro il 2014, il sanguinoso, interminabile capitolo apertosi in Colombia il 9 aprile del 1948, con l’assassinio del leader liberale Jorge Eliécer Gaián. “Mi immagino – dice in una lunga intervista al País di Madrid – i rappresentanti delle Farc seduti nel Congresso…”. L’ottimismo di Santos appare, a questo punto, tutt’altro che infondato. Negoziati di pace tra governo e FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias Colombianas, la più antica guerriglia del continente) sono in corso all’Avana da moli mesi. E già hanno raggiunto accordi di massima su alcuni – lo sviluppo agricolo e la partecipazione politica su tutti dei più controversi punti in discussione.