A cinquant’anni dall’arrivo dell’ultimo president, John Kennedy nell’anno del signore 1961, Barack Obama sbarca in visita a Puerto Rico. Ovvero: in quel piccolo pezzo d’America che non è né uno Stato indipendente, né una colonia, ma un curioso ibrido chiamato Stato “associato”, popolato da “quasi cittadini” con limitata facolta di partecipazione. Da tempo i portoricani cercano senza riuscirci – referendum dopo referendum – di uscire da questa terra di nessuno (nella quale non si trovano, evidentemente, poi tanto male, visto che, nei referendum ha continuato a prevalere la scelta dello status quo). E chiedono ad Obama – che , al momento, sembra guidato soprattutto da una preoccupazione: assicurarsi il voto ispano, tradizionalmente dalla sua parte ed essenziale per vincere le elezioni del 2012 – di aiutarli ad uscire dallo storico impasse.Il tutto per ottenere una molto interlocutoria risposta (ed anche, probabilmente, l’unica risposta possibile) : se i portoricani chiederanno, con ampia maggioranza, di diventare il 51esimo stato degli USA, ha ribadito il presidente degli Stati Uniti, la sua amministrazione appoggerà la richiesta.
Ecco come il quotidiano di San Juan “Laprimera ora” ha raccontato la prima giornata di Obama nell’isola
Ed ecco come Mariza Stanchich vede, in un editoriale aperto (op-ed) pubblicato dal New York Times, la questione portoricana