La lunga fuga di Joaquin “El Chapo” Guzmán – il gran capo del “Cartello di Sinaloa”, considerato il più potente tra i narcotrafficanti in attività – è finita sabato scorso in un hotel-residence di Mazatlán, amena località turistica lungo la costa nord-occidentale del Messico, dove è stato sorpreso ed arrestato dagli agenti della Marina messicana. Latitante dal 2001, quando si rese protagonista di una rocambolesca da una prigione federale, “el Chapo” era al primo posto della lista dei “most wanted”, non solo in Messico e negli Stati Uniti, ma in tutti il globo terracqueo. Come si è arrivati alla sua cattura? A quali conseguenze porterà il suo nuovo arresto? E, soprattutto: chi è davvero Joaquin Guzmán? Qual è stato il ruolo da lui ricoperto nella tragica (e perdente) rappresentazione di quella che va sotto il nome di “guerra alla droga”? Per rispondere a queste domande, 2Americhe propone una serie di illuminanti letture.
Da El Pais: “La cattura di el Chapo minaccia di riaccendere la violenza in 5 Stati” e “Una boccata d’ossigeno per Pena Nieto“
Sempre da El Paìs “Dopo el Chapo, el Mayo”, chi è l’erede di Joaquin Guzmán alla testa del Cartel de Sinaloa
BBC-Mundo si chiede se El Chapo Guzmán può essere considerato il Pablo Escobar del XXI secolo
Dal settimanale “Proceso”: “La cattura di el Chapo, passo a passo“