Un anno fa, quando Adam Lanza, un giovane squilibrato ed armato fino ai denti seminò la morte tra i banchi della Sandy Hook Elementary School di Newtown, nel Connecticut, era a molti sembrato che quei 20 bambini (e quei sei adulti) assassinati avessero, infine, fatto il miracolo. Ovvero: che il loro sacrificio avesse finalmente posto all’ordine del giorno la questione di una legge capace di controllare, a livello federale, l’epidemia di stragi, provocata dall’illimitata circolazione di armi da fuoco negli Stati Uniti d’America. Ma così non è stato. Passata l’emozione del momento, il Congresso Usa non ha approvato (né, in pratica, ha discusso) alcuna legge in materia. E nei singoli Stati sono state, sì – come testimonia questa analisi del New York Times – entrate in vigore molte nuove normative, ma per la grande maggioranza destinate a liberalizzare, e non a limitare, la circolazione di armi da fuoco.
Sicché, a degnamente celebrare questo primo anniversario, è non sorprendentemente giunta – ancora una volta dal Colorado, già marcato, 15 anni fa, dalla strage della Columbine High School e, molto più recentemente, dalla mattanza in un cinema di Aurora -– la notizia d’una nuova sparatoria in una scuola: la Arpahoe High School, alla periferia di Centennial. Niente morti (tranne lo sparatore, abbattuto dalla polizia) questa volta. “Soltanto” una decina di feriti (uno grave) e molta paura. Ma la storia continua….
Sul tema, dal New York Times, uno sconsolato op-ed di Joe Nocera.
E, da Bloomberg BusinesWeek, “Why Gun Control is Basically Dead”.
Da Salon: c’e’ una logica un questa follia. Il potere economico dietro l’ossessione per le armi
Dal New York Time Magazine: “Inside the power of NRA”. Perché dopo Newtown nulla è cambiato