La storia comincia nel 1989, quando, in quel di Berlino, cadde il muro che per quasi quattro decenni era stato il simbolo della Guerra Fredda e della divisione del mondo in due blocchi contrapposti. E finisce – o meglio, comincia a finire – nel 2003, anno della scellerata guerra lanciata contro l’Iraq dal presidente George W. Bush e dall’accolita di neocon che definiva la sua politica estera. Oggi, sedici anni più tardi, il processo di autodistruzione di quello che Fareed Zakaria chiama “the unilateral moment”, il momento unilaterale – ovvero: il momento dell’assoluta ed incontrastata egemonia militare, politica e, ancor più cultural-ideologica degli Stati Uniti d’America – sembra essersi definitivamente consumato all’ombra di un presidente-ciarlatano, Donald Trump, che nessuno avrebbe mai immaginato potesse arrivare alla Casa Bianca.
Ma quali sono state le cause di questa autodistruzione? E se, come molti pensano, Trump altro non è che un sintomo, qual è la malattia? In un ampio saggio pubblicato dal numero di luglio-agosto di Foreign Affairs, Fareed Zakaria cerca una risposta a queste domande…Leggi…