Tra i vari guai giudiziari che coinvolgono Cristina Fernández de Kirchner, già per due volte “presidenta” argentina e forse prossima “vicepresidenta” della medesima, la più singolare è di certo quella che riguarda il ritrovamento, nell’hotel del Calafate di proprietà dei Kirchner, d’una lettera a suo tempo scritta da José de San Martín, il “libertador argentino, a Bernardo O’ Higgins, “libertador” cileno. Lettera che era stata trafugata anni fa, durante un trasloco, da un museo storico di Santiago. Ovvia domanda: che ci faceva quella lettera rubata nella casa di Cristina? Nel suo recentissimo libro autobiografico – “Sinceramente”, presentato settimane fa in pompa magna nella ‘Feria del Libro” di Buenos Aires – l’ex presidente e attuale senatrice così spiega il molto insolito evento. A regalarle quella lettera, scrive, è stato Vladimir Putin nel corso d’una visita ufficiale in quel di Mosca…
Già. Ma come aveva fatto il buon Vlad a venire in possesso, stando praticamente alle antipodi di Santiago del Cile, di quel prezioso reperto storico? Quella lettera – approfondisce Cristina riferendo quel che il medesimo Putin le avrebbe detto – il presidente russo l’aveva acquistata in quel di New York con il preciso scopo di farne a lei gentile omaggio durante la sua visita ufficiale in Russia.
Commovente. Ed è proprio con ostentata commozione – “casi me muero!” – che Cristina racconta l’episodio in “Sinceramente”. Quel che tuttavia non si capisce – o forse si capisce fin troppo bene – è perché Cristina quel generoso regalo putiniano l’abbia tenuto nascosto fino a quando, qualche mese fa, è stato casualmente ritrovato dagli inquirenti che, in quel del Calafate, andavano indagando su uno dei molti reati di corruzione a Cristina contestati….
Ecco comunque come El País di Madrid racconta in dettaglio questa splendida storia d’amore…Leggi…