In un alquanto perverso “mix” tra la vecchia e feroce logica delle dittature “bananere” e la pseudo-ultra-modernità delle “crypto-currencies”, Nayib Bukele, presidente del Salvador e primo mandatario a legalizzare l’uso dei bitcoins, sta, con la scusa della lotta alle gang, trasformando il paese che governa in un suo personale feudo ed in una gigantesca prigione. Come ben spiega The Intercept in questo servizio.
Mario Garcia dice che gli fa male quando respira. Il gas lacrimogeno gettato nella cella coperta di stagno e poco ventilata dove si trovava stipato insieme a decine di altri uomini, ci aveva messo, ricorda, un po’ di tempo per disperdersi. E quando la “normalità” era infine tornata García sentiva dolore al fianco a causa di costole rotte e di altre lesioni interne che mai gli vennero diagnosticate. Garcia dice di aver visto morire cinque uomini nei 24 giorni in cui è stato imprigionato dopo che un informatore anonimo lo aveva accusato d’essere membro d’una gang. Ma è egualmente grato – a Dio, dice, e soprattutto al suo presidente, Nayib Bukele – di essere tornato libero.
Garcia è un 46enne venditore di granite a El Zonte, una comunità sulla spiaggia di poche migliaia di abitanti in El Salvador, recentemente ribattezzato, con modernissima aggressività, “Bitcoin Beach”. Panciuto e non molto più alto di 1,60, Garcia è abituato a spingere un carrello sotto il sole, vendendo dolci e varie prelibatezze ghiacciate a locali e turisti, tra i quali molti Bitcoiners, che hanno comptato o stanno comprando proprietà nella zona. Garcia era quasi una mascotte di Bitcoin Beach, ed e’ apparso in interviste diffuse su Youtube e Twitterda influencer, e poi riprese su Diario El Salvador, un giornale di proprietà del governo. Bitcoin Magazine, che ha offerto una vasta ed entusiasta copertura sull’uso dei bitcoin come moneta di corso legale in Salvador, ha sistematicamente evidenziato la scritta che, sul carrello di Garcia dice “aceptamos bitcoin,” chiamando il venditore e sua moglie “pionieri Bitcoin.”
L’11 aprile, però, la polizia ha fermato Garcia a El Zonte, lo ha costretto a spogliarsi ed ha controllato uno per uno i suoi tatuaggi, tutti più vecchi di dieci anni, in cerca dei simboli di una gang (uno di questi tatuaggi, sbiadito sulla sua mano sinistra, recita, in inglese, “FUCK YOU!”). E, pur non avendone trovato alcuno, lo ha arrestato. Dopo due giorni trascorsi in una caserma della polizia, García è stato portato a Mariona, la più grande prigione del paese. Senza che gli venisse concesso di contattare un avvocato e senza che gli venisse formalmente rivolta alcuna accusa, a Garcia fu quindi comunicato che avrebbe potuto restare lì per anni, anche decenni.
Sotto l’attuale stato di emergenza introdotto da Bukele e dal suo partito Nuevas Ideas, le libertà civili in El Salvador sono state sospese in nome della lotta contro la violenza delle bande. E le persone scompaiono dopo arresti spesso arbitrari con le famiglie che perdono completamente le loro tracce. Le prigioni una volta aperte ai visitatori e ai giornalisti sono oggi inaccessibili. Gli arresti quotidiani sono a tre cifre. L’obiettivo, come alcuni funzionari di Nuevas Ideas hanno pubblicamente affermato, è quello di arrestare tutti i presunti 70.000 membri delle gang che operano nel paese. Nelle prime 10 settimane, circa 36.000 persone sono state arrestate, e secondo l’organizzazione per i diritti umani Cristosal, almeno 63 persone sono morte in detenzione a partire dal 20 luglio, quando il regime di Bukele ha esteso lo stato di emergenza per la quarta volta. Bukele ha detto che il tasso di errore per le persone innocenti arrestate non era superiore all’1 per cento.
Garcia è stato fortunato. Dana Zawadzki, una donna canadese che possiede un piccolo caffè locale e gestisce una clinica veterinaria informale per sterilizzare i molti cani randagi nella zona, lo conosceva, e descrive Garcia e la sua famiglia come “molto vicino e caro al mio cuore”. Ee, per questo ha lavorato con la moglie di Garcia, Dominga, per avviare una campagna online in cui hanno chiamato a raccolta i fedeli bitcoin locali, alcuni dei quali sono ben noti influencer online con linee di comunicazione privilegiate con l’amministrazione Bukele. Il tutto per chiedere la fine della detenzione di Garcia e per donare denaro alla sua famiglia. Alla fine la campagna ha attirato l’attenzione su bitcoin Twitter, dove Bukele è un partecipante-osservatore di chiara fama. Settimane dopo, Garcia fu misteriosamente liberato…..