Ormai da tempo, ad Haiti, la politica non è – sullo sfondo di un paese in rovina – che uno scontro tra contrapposte bande criminali. Come ben spiegato in questo reportage pubblicato da El País di Madrid.
“Haiti vive in uno strano silenzio” scrive Jacobo García. E così di questo silenzio spiega le ragioni: “Lo sciopero generale indetto dai trasportatori e la mancanza di carburante hanno ridotto al minimo l’attività nelle strade e il trambusto abituale è stato sostituito dalla scarsità e dalla paura” Ancora una volta aggiunge García “l’immagine della capitale è quella di strade deserte o gente che cammina lungo le labirintiche strade della città cercando di ottenere i prodotti di base. Nel frattempo, le gang hanno confermato che tengono bloccato il servizio nazionale di consegna benzina al terminal Varreux di Cité Soleil e il potente Jimmy Cherisier, alias Barbecue, ha chiesto le dimissioni del primo ministro Ariel Henry per togliere l’assedio alla capitale. La sua strategia colpisce già le infrastrutture di base come la telefonia cellulare o la rete precaria di ospedali che sta per cessare di funzionare anche nelle cure primarie”.
Perché Jimmy Cherisier – un criminale ai cui servizi era a suo tempo ed in più occasioni ricorso Jovenel Moïse, il presidente assassinato tre mesi fa nella sua casa di Petionville – vuole le dimissioni di Ariel Henry? Semplice: perché è convinto che proprio l’uomo che è alla guida del governo sia il responsabile del “magnicidio”.
“Le aree sotto il controllo del G9 sono bloccate per una sola ragione: chiediamo le dimissioni di Ariel Henry”, ha infatti affermato questo lunedì in un’intervista a Radio Mega il leader della coalizione di bande G9 che controlla l’area metropolitana della capitale. Barbecue ha detto che permetterà il passaggio sicuro dei camion del carburante se Henry lascia il posto. “Se Ariel Henry si dimette alle 8.00, alle 8.05 sbloccheremo la strada e tutti i camion potranno passare a prendere il carburante”, ha detto il leader mafioso più potente del paese.
“Il Primo Ministro Ariel Henry deve rispondere alle richieste di giustizia. Egli deve rispondere perché ha parlato il giorno in cui Moïse è stato ucciso con Joseph Badio Felix“, ha detto in riferimento a quello che è considerato dalla polizia giudiziaria come l’autore intellettuale dell’omicidio. “Stiamo avendo una battaglia politica. Siamo un gruppo politico armato”, ha ammonito.
Le loro dichiarazioni confermano come le bande abbiano assunto un ruolo sempre più politico dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moïse a luglio. Barbecue ha detto che Henry deve “rispondere alle domande” che lo collegano all’omicidio del mandatario. Proprio il Primo Ministro Henry è stato denunciato dalla vedova di Moïse come parte dell’omicidio, anche se quest’ultimo ha negato qualsiasi coinvolgimento. “Dopo le sue dimissioni, parteciperemo alla sicurezza del Paese, a cominciare dalle nostre zone. Nessuno potrà rapire nei nostri quartieri”, ha detto nell’intervista….