Mentre si avvicina il cinquantesimo anniversario del golpe militare, il Cile – ed in particolare la sinistra cilena che fu protagonista della breve esperienza della Unidad Popular – ripensa ai 1000 giorni del governo di Salvador Allende, alle speranze ed agli errori che precedettero la lunga notte del pinochetismo. Anche il nuovo presidente, Gabriel Boric – eletto da una coalizione progressista che, per molti aspetti, è la riproposizione di quella lontana esperienza, ha invitato a “ripensare alla esperienza di UP fuori dai miti” partendo anche da un molto interessante libro scritto sul tema da Daniel Mansuy. Non tutti, a sinistra, sembrano però disposti ad accettare una riproposizione di Allende fuori – senza nulla togliere al valore del personaggio – dalla gabbia ideologico-mitologica del “santino”. Come dimostra questa lettera-aperta che Miguel Lawner, architetto che, tra il ’70 e il ’73 fu alla testa della Corporación de Mejóramento Urbano ha inviato all’attuale presidente allo scopo di allontanare qualsivoglia ipotesi di revisione critica. Semplicemente: scherza con i fanti, ma lascia stare i santi. Salvador Allende non si tocca.