Trentacinque presidenti in carica – tra i quali tre latinoamericani, il cileno Sebastián Piñera, l’ecuadoriano Guillermo Lasso, il dominicano Luis Abinader – centinaia di politici di alto livello, congregazioni religiose e artisti di fama mondiale, miliardari e persino il governatore di una banca centrale; una costellazione di personaggi, latinoamericani o non, ha fatto uso nel corso degli anni di paradisi fiscali. Questo è quel che rivela il Consorzio Internazionale dei Giornalisti di Ricerca (ICIJ), anticipando i risultati della ricerca di 14 uffici finanziari raccolti un archivio di 11,9 milioni di archivi. Questa massa di informazioni, chiamata i “Pandora papers” è stata rivista e contrastata – scrive in questo articolo di prima pagina El País di Madrid – da un team di 600 giornalisti a cui hanno partecipato, oltre al quotidiano spagnolo, The Washington Post, The Guardian, la BBC e numerosi media di tutto il mondo. Nonostante risieda nella regione più diseguale del pianeta, scrive El Pais, “questa elite ha utilizzato una rete di trust, società interpellate e archivi commerciali opachi in siti come le Isole Vergini Britanniche o Panama per evitare lo scrutinio pubblico di una parte sostanziosa dei loro beni. Un’intera trama che ora, con la pubblicazione dei Pandora Papers, viene a galla”.
I risultati, di impatto mondiale, assumono particolare rilevanza in America Latina, dove ogni anno sfuggono al fisco circa 40 miliardi di dollari dirottati verso paradisi fiscali. Nei prossimi giorni El País e gli altri media che hanno partecipato a questa iniziativa, pubblicheranno dei 35 presidenti o ex presidenti che figurano nei documenti, 14 appartengono a questa regione. La maggior parte sono di taglio conservatore. Tra questi spiccano tre capi di Stato in attività e che hanno in comune di essere stati imprenditori facoltosi. Come detto: il cileno Sebastián Piñera, l’ecuadoriano Guillermo Lasso e il dominicano Luis Abinader. Emergono anche 11 ex mandatari, come i colombiani César Gaviria e Andrés Pastrana; il peruviano Pedro Pablo Kuczynski; l’honduregno Porfirio Lobo; il paraguaiano Horacio Cartes o i panamensi Juan Carlos Varela, Ricardo Martinelli e Ernesto Pérez Balladares….
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