Proprio così, con una pistolettata sparata a bruciapelo alla tempia, se ne è andato Alan García, due volte presidente del Perù, e di certo il più importante esponente – dopo il fondatore, Victor Raúl Haya de la Torre – dell’APRA (Alianza Popular Revolucionaria Americana) una forza decisiva nella storia peruviana dell’ultimo secolo ed uno dei più importanto movimenti populisti dell’intera America Latina. Alan García si è suicidato poco prima che lo arrestassero perché coinvolto – come altri tre ex presidenti peruviani, Pedro Pablo Kuczinsky, Hollanta Humala e Alejandro Toledo – nello scandalo delle tangenti versate dall’impresa di costruzioni brasiliana Odebrecht. Su El País di Madrid, Francesco Manetto descrive così la (doppia) irresitibile ascesa di quello che, in Perù, chiamavano “el caballo loco”, il cavallo pazzo. E la sua rovinosa, tragica caduta…Leggi…