No menu items!
27.6 C
Buenos Aires
Monday, December 30, 2024
HomeSud AmericaBrasileYanomami, il Brasile che muore

Yanomami, il Brasile che muore

Sul New York Times, il reporter Jack Nicas ed il fotografo Victor Moriyama, raccontano la tragedia di un intero popolo – quello degli Yanomami – condannato dal continuo e letale espandersi delle miniere illegali. E dell’estremo tentavo di salvarlo messo in atto dal nuovo governo di Lula da Silva. Troppo poco e troppo tardi?

TERRITORIO INDIGENO DI YANOMAMI, Brasile – La miniera illegale di stagno era così remota che, per tre anni, il massiccio taglio nella foresta amazzonica era stato in gran parte ignorato.

Così, quando tre misteriosi elicotteri si librarono improvvisamente in vlo, senza preavviso, i minatori che vivevano lì si precipitarono nella foresta.

Quando la squadra delle forze speciali del Brasile si radunò nella radura, i minatori erano ormai scomparsi, ma le due grandi pompe della miniera stavano ancora vibrando nel fango. Gli agenti federali cominciarono ad annaffiare con gasolio le macchine. E mentre s’apprestava ad appiccare il fuoco, circa due dozzine di indigeni arrivarono correndo fuori dalla foresta, portando archi e frecce più alti di loro. Erano della tribù Yanomami, e la terra che i minatori avevano distrutto per anni era la loro terra. Ma quando gli Yanomami sono arrivati, hanno capito che questi nuovi visitatori erano lì per aiutare. Gli agenti stavano smantellando la miniera e poi hanno promesso di dare agli Yanomami le provviste dei minatori.

“Gli amici non sono minatori, no”, dice l’unico Yanomami che parla un portoghese elementare, con altri uomini che accalcavano attorno a lui.

Un’esplosione di attività minerarie illegali in questa vasta area dell’Amazzonia ha creato una crisi umanitaria per il popolo Yanomami, tagliando le scorte alimentari, diffondendo la malaria e, in alcuni casi, minacciando con la violenza gli Yanomami, secondo scienziati e funzionari governativi.

I minatori usano il mercurio per separare l’oro dal fango, e recenti analisi mostrano che i fiumi Yanomami contengono livelli di mercurio 8,600 per cento superiore a quello che è considerato sicuro. L’avvelenamento da mercurio può causare difetti congeniti e danni neurologici. Ed Infatti il tasso di mortalità infantile tra i 31.000 Yanomami in Brasile ora supera quelli dei paesi devastati dalla guerra e dalla carestia, con un bambino su 10 che muore, rispetto a circa uno su 100 nel resto del paese, secondo i dati governativi. Molte di queste morti sono evitabili, causate da malnutrizione, malaria, polmonite e altre malattie.

“Un sacco di diarrea, vomito,” dice l’uomo Yanomami alla miniera, senza rivelare il suo nome. “Nessuna salute, nessun aiuto, niente.”

Ora, tuttavia, il nuovo presidente di sinistra del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, sembra aver fatto del salvataggio degli Yanomami una sua priorità assoluta nella sua battaglia per fermare la distruzione dell’Amazzonia. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza nel mese di gennaio e ha trasportato via aerea persone gravemente malnutrite fuori dei villaggi, istituito un posto di blocco in un grande corso d’acqua nel territorio e cacciato e distrutto mine attive. I minatori hanno cominciato ad arrivare in massa nel 2016, ma la crisi è scoppiata sotto l’ex presidente di destra Jair Bolsonaro, che dopo essere stato eletto nel 2018, ha tagliato personale e fondi per le agenzie incaricate di proteggere la foresta.

È stato durante il suo mandato che l’area distrutta dalle miniere illegali nel lussureggiante territorio Yanomami, si è quadruplicata fino a quasi raggiungere le 20 miglia quadrate, un territorio che, per dimensioni, è pari a quelle dell’isola di Manhattan, secondo i dati satellitari.

Clicca qui per continuare a leggere, in inglese, l’intero articolo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

Most Popular

Recent Comments

Sandro Berticelli on Maduro, una catastrofica vittoria
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
Corrado on Cielito lindo…
Corrado on Tropico del cancro
Corrado on Evo dixit
Corrado on L’erede
Alligator on Aspettando Hugodot
A. Ventura on Yoani, la balena bianca
matrix on Chávez vobiscum
ashamedof on Chávez vobiscum
stefano stern on Chávez e il “maiale”
Antonio Moscatelli on Gennaro Carotenuto, cavallinologo
pedro navaja on La strada della perdizione
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
pedro navaja on Benaltrista sarà lei…
Alessandra on Benaltrista sarà lei…
Alessandra on Benaltrista sarà lei…
Arturo Sania on Benaltrista sarà lei…
A.Strasser on Benaltrista sarà lei…
Alessandra on Benaltrista sarà lei…
A.Strasser on Benaltrista sarà lei…
Arturo Sania on Benaltrista sarà lei…
giuilio on Maracanazo 2.0