Il capitano di corvetta Rafael Acosta Arevalo è morto la settimana scorsa, poche ore dopo che Michelle Bachelet, l’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’Onu, aveva lasciato Il Venezuela. Ed è, con tutta evidenza, morto assassinato a causa delle torture patite dopo il suo arresto sotto l’accusa – un’accusa ancora non provata e che, come vuole la tradizione chavista, quasi certamente mai verrà provata – di golpe e tentato omicidio. Il regime ha risposto allo scandalo di questa morte – che non è la prima né presumibilmente sarà l’ultima all’ombra della catastrofe “bolivariana” – facendo volare un paio di stracci (due ufficiali di bassissimo rango sono accusati dell’omicidio) dopo un’autopsia non sorprendentemente condotta in gran segreto. Il capitano è stato infine sepolto in tutta fretta e senza testimoni, lontano da sguardi – quelli dei familiari più stretti compresi – che fossero quelli dei boiardi di regime. Ovvero: dei responsabili della sua morte. Ecco come Prodavinci ricostruisce la storia…Leggi…