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Martelly, Bukele, Maduro (e altri mostri)

Haiti, sanzioni per Martelly

Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni all’ex presidente haitiano Michel Martelly, “per il suo ruolo nel commercio globale di droga illegale”. Questo afferma un comunicato diffuso ieri dal ieri dal Dipartimento di Stato. Martelly vive a Miami, ma mantiene un profilo politico di primo piano ad Haiti, riferisce il Miami Herald. Martelly ha governato il pese tra il 2011 e il 2016, lungo un periodo che, caratterizzato dalla faticosa ed incompiuta ricostruzione post-terremoto, ha visto una impennata della violenza delle gang e del traffico di droga. Il suo governo è anche finito sotto accusa per la appropriazione indebita di quasi 2 miliardi di dollari in aiuti del programma petrolifero venezuelano noto come PetroCaribe, scandalo, questo. che ha fomentato grandi proteste di massa.

In una dichiarazione, il portavoce del Dipartimento di Stato Vedant Patel ha detto che Martelly “ha abusato della sua influenza per facilitare il traffico di droga e ha sponsorizzato diverse bande con sede ad Haiti.” (Associated Press)

Negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni ai leader delle gang haitiane e ai politici e imprenditori che li sostengono. “Ma le sanzioni su Martelly, un cantante popolare soprannominato “Sweet Micky” che divide il suo tempo tra Haiti e Miami, sono visti come particolarmente significativo,” riferisce il Washington Post.

Non è chiaro come le sanzioni possano colpire Martelly, che è un residente degli U.S.A. e vive a Miami, riferisce il New York Times. Appare tuttavia probabile che  sanzioni congeleranno i beni di Martelly e impediranno ad altri cittadini americani di fare affari con lui. Il Canada ha aveva sanzionato Martelly e due ex primi ministri nel 2022

FARC vs. FARC

Decine di ex guerriglieri e le loro famiglie sono stati costretti ad abbandonare il loro villaggio nel sud della Colombia martedì, dopo aver ricevuto minacce di morte da un gruppo ribelle che sta ancora combattendo contro il governo, hanno detto le autorità.

Gli ex combattenti sfollati erano membri delle Forze armate rivoluzionarie FARC (Fuerza Armadas Revolucionarias de Colombia), il gruppo di guerriglia che ha firmato un accordo di pace con il governo colombiano nel 2016.

Negli ultimi sette anni, gli ex combattenti hanno vissuto a Miravalle, un villaggio costruito per loro dal governo della Colombia, dove hanno lavorato su progetti agricoli, allevato polli e persino organizzato gite in rafting per i turisti.

Ma a giugno, il fronte di Iván Díaz, un gruppo ribelle che sta lottando per il controllo dei terreni agricoli e delle rotte del traffico di droga nella provincia colombiana di Caqueta, ha accusato i residenti di Miravalle di aiutare un altro gruppo ribelle nella zona, dandogli 40 giorni per abbandonare il villaggio.

Salvador, testimonianza dall’infernio

Tutta da leggere questa intervista, rilasciata a El Faro, dall’uomo d’affari Fidel Zavala, che ha avuto la ventura di trascorrere 13 mesi in una delle carceri salvadoregne, riempite dalla indiscriminata politica anticrimine varata dal presidente Najib Bukele

Zavala, aveva, durante la sua detenzione, occupato funzioni di fiducia, aiutando le guardie le guardie con i conteggi del numero totale di detenuti in ogni cella. Ed anche nel calcolo del numero, incredibilmente alto dei detenuti morti a causa del sovraffollamento o per altre ragioni. “Nessuno è morto per cause naturali,” ha detto Zavala al giornalista Carlos Martínez. “Ho dovuto scrivere i nomi di coloro che sono andati via in borse nere.”

“Al suo rilascio, Zavala ha fatto qualcosa di molto insolito in El Salvador: ha personalmente citato in giudizio Osiris Luna, il direttore generale del Bureau of Prisons, e i direttori delle due strutture dove era detenuto, per crimini tra cui la tortura,”

Varie sul Venezuela e le sue frodi.

L’opposizione antichavista ha cero abusato, nel corso della sua storia – e particolarmente nei primi anni della presidenza di Hugo Chávez – nella denuncia di frodi elettorali. Ed almeno in una occasione ha, proprio lei, imboccato la strada del golpe. ma questo non dovrebbe accecare acre la sinistra  alla frode flagrante che l’amministrazione di Nicolás Maduro ha tentato con le ultime elezioni presidenziali, scrive Gabriel Hetland in Sidecar. Se la sinistra vuole “difendere i veri guadagni del chavismo negli anni 2000 e 2010, deve rinunciare alle fantasie consolatorie e guardare con occhi chiari alla degenerazione del paese.”

Alberto Barrera Tyszka scrive su El País sulla storia politica di Maduro: “Il settore più radicale della destra ha sempre sostenuto che Maduro è stato eletto dai cubani, che era solo uno strumento del comunismo-Castro. Ovviamente, la presenza e il potere dei cubani in Venezuela è innegabile, ma non è l’unico elemento che spiega la nostra realtà. Il chavismo si è trasformato in una corporazione complessa, con diversi gruppi che Maduro è riuscito a controllare, amministrare e distribuire le diverse sfere di comando e ricchezza.”

L’Assemblea nazionale del Venezuela, fedele al governo, ha ritardato il dibattito su una legge contro il “fascismo” che secondo i critici faciliterebbe la repressione degli oppositori politici. (AFP)

Oltre un centinaio di dipendenti della compagnia petrolifera statale del Venezuela PDVSA, più altri nel ministero del petrolio e parti del settore pubblico, sono stati costretti a dimettersi per le loro opinioni politiche dopo le contestate elezioni del mese scorso, secondo i lavoratori e i sindacati. (Reuters)

“Una fuoriuscita di petrolio ha scaricato fango nero sulle spiagge lungo la costa nord-occidentale del Venezuela e ha influenzato la pesca nella zona”, riferisce l’AFP.

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