La sentenza emessa giorni fa da Edson Fachin, membro del Supremo Tribunal Federal, non assolve l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva (condannato in due distinti procedimenti per l’assai dubbio reato di “corruzione passiva”), ma – decretando la nullità per incompetenza territoriale dei processi che lo hanno afflitto – ha fatto di lui un uomo di nuovo libero. Libero da condanne e, in quanto tale, libero anche di partecipare (salvo nuovi processi a livello federale e nuove condanne) alle presidenziali del prossimo anno. I primi sondaggi lo danno – nel caso d’un probabile ballottaggio con Jair Bolsonaro – molto vicino al 50 per cento. E proprio di questo – della necessità di sconfiggere Bolsonaro – Lula ha parlato nelle sue prime interviste dopo l’annullamento delle sentenze a suo carico. Così come proprio questo – una candidatura di Lula – sembra desiderare Bolsonaro per cementare la sua traballante base elettorale.
Ma è davvero di questo – di una caldissima sfida, tutta rivolta al passato, tra Lula e Bolsonaro – che il Brasile ha oggi bisogno? Di questo parla l’articolo scritto da Alfonso Benites per il País di Madrid (edizione in portoghese)…leggi…
Da leggere anche (in italiano) questo articolo di Maurizio Stefanini per Linkiesta. Il parallelo tra il Lava Jato e Mani Pulite è a tratti molto forzato, ma la ricostruzione delle vicende che hanno portato alla condanna (poi annullata) di Lula da Silva è molto puntuale…leggi…
Dal sito del PT un bel riassunto del discorso tenuto da Lula subito dopo la sentenza di Fachin…leggi…