Neppure Hugo Chávez – notoriamente mai avaro quando si tratta di denunciare piani sovversivi o programmati “magnicidi” contro di lui – ci aveva fin qui pensato. Ma il professor James Petras – sociologo americano le cui convinzioni politiche sono tanto forti e radicate da poter prescindere da ogni verifica empirica – ha finalmente rimesso le cose a posto. Il gigantesco incendio nella raffineria di Amuay – ha infatti senza alcun tentennamento sostenuto Petras – è parte d’un piano terroristico gestito dagli Stati Uniti d’America. In un’intervista ad una radio uruguayana, Petras non ha spiegato come sia arrivato a questa tenebrosa conclusione. Ma molto chiaro è stato allorquando si è trattato di indicare quali, a suo avviso, dovrebbe essere la reazione del governo. Chávez deve, secondo Petras, decretare immediatamente lo stato d’emergenza “se non vuole che la Rivoluzione Bolivariana abortisca, a causa del libertinaggio che il processo elettorale troppo generosamente concede all’opposizione”. L’alternativa è, a questo punto, “o la rivoluzione, o le elezioni…” L’articolo di Aporrea con tanto di audio dell’intervista di Petras