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Sunday, April 13, 2025
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Clown con motosega

 Sergio Ramirez, scrittore e – a suo tempo – vicepresidente del primo governo sandinista in Nicaragua, ci regala, su El Tiempo di Bogotà, questa vivida descrizione dell’ultimo incontro da Elon Mak, l’uomo che di è comprato la democrazia americana, e Javier Milei, l’uomo che, nelle vesti di presidente “anarco-capitalista” s’appresta a ditruggere la democrazia argentina. Vera protagonista di questo (involontariamente) comico siparietto: una motosega

La scena è patetica fin dall’inizio. La telecamera segue Javier Milei dietro le quinte del palcoscenico della CPAC (Conferenza di azione politica conservatrice), in un centro congressi appena fuori Washington. Lo segue dappresso, inquadrandolo di spalla, quando, entrato nel camerino a braccia aperte, un grido rauco e strozzato dall’entusiasmo sgorga dalla sua gola mentre a grandi passi s’avvicina a Elon Musk, certificato come l’uomo più ricco del mondo. “Amico mio!” , esclama Milei sempre con voce rauca e piena d’una ossequiente ammirazione. “Ti ho portato un regalo”, gli dice,mentre la telecamera si sposta verso una scatola dove riposa una fiammante motosega che Musk subito imbraccia e soppesa, toglirndoli, in segno d’omaggio a Milei, gli occhiali scuri che indossava.

Il marchingegno è opera dell’artista argentino Tute di Tella, che si identifica come “fabbricante di motoseghe e prototipi, inventore di arte personalizzata unico al mondo, meccanico, bassista, cantante e compositore”. Non mette la sua firma su nessun tipo di motosega. È questa la seconda dalle sue mani creata. La prima era stata progettata per lo stesso Milei. Questa, come egli stesso spiega, ha una pietra semipreziosa sferica di colore rosso, simbolo di Marte, che attiva il freno a catena; nella maniglia è inciso il nome del donante, e sulla lama, il motto “Viva la libertad, carajo”.

Manca, però, tra gli emblemi incisi sullo strumento, quello di $LIBRA, la criptovaluta che pochi giorni prima di salire sull’aereo per partecipare alla conferenza, Milei promosse con entusiasmo, per poi abbandonarla al suo destino, dando luogo a una frode su larga scala con il crollo della sua quotazione. ” Se vai al casinò perdi soldi, qual è il reclamo?”, fu la sua saggia risposta quando un giornalista lo ha, con molta delicatezza, interrogato sul suo ruolo nella truffa. Subito precisando che lui, la propaganda a $LIBRA l’aveva fatta non come presidente, ma come privato. Davvero una bella differenza..

La seconda scena non è meno patetica, anzi è un vero e proprio remake di quello che abbiamo visto dietro le quinte. Si svolge sul palcoscenico stesso della conferenza. Lo stesso in cui è apparso Steve Bannon, il grande guru del movimento MAGA, facendo il saluto nazista, replicando quello che  lo stesso Musk il giorno della presa di possesso di Trump. Non ce l’hanno fatta a controllare il naturale impulso del braccio, giusto come accade al dottor Strangelove nel celebre film di Stanley Kubrick.

Musk è in primo piano, e questa volta non si toglierà gli occhiali scuri. L’animatore gli chiede: Chi altro c’è qui? ” Javier Milei dall’Argentina, che mi ha portato un regalo”, risponde. “Argentina, sapete cosa significa, vero?” chiede l’animatore al pubblico. Ed è questo il momento in cui il presidente della Repubblica Argentina avanza dal fondo verso il proscenio caricando la motosega a passo di danza, cercando (malamente) di seguire ballando il ritmo fanfara che suona fragorosa dagli altoparlanti.

Milei consegna devotamente l’attrezzo a Musk, che lo solleva di peso, lo brandisce come una spada. Non la accende, ma imita con la bocca il rumore di una motosega, come un bambino che gioca con un altro. Il gioco consiste nel tagliare teste. Il pubblico applaude e grida sull’orlo del delirio. “Una motosega per la burocrazia!”, esclama, mentre sullo sfondo Milei mostra i pollici cercando di attirare l’attenzione. Invano, visto che tutti ignorano la sua presenza, come succede al fattorino che porta il mazzo di fiori all’artista.

Quando, umiliato, comincia a tornare indietro verso la penombra, l’animatore sembra ricordarsi di lui, gira la testa e, imitato dallo stesso Musk, lo saluta stringendogli la mano gli estende la mano per salutarlo. Ha fatto il suo dovere, può andare. Ora, con questa motosega d’autore in suo possesso, Musk può continuare a tagliare teste a proprio piacimento. Lo esegue a piacere e gratui.

Lo spettacolo continua. Gli oratori della conferenza, uno dopo l’altro, si impegnano a dimostrare che libertà e democrazia sono concetti contraddittori. I Paesi non hanno bisogno di governanti, ma di dirigenti d’impresa, di un CEO con il potere verticale dei re, ma dei re prima delle monarchie costituzionali. Re che governano per decreto, e sopra le decisioni giudiziarie. E giusto questo> “Lunga vita al re!” , ha scritto Trump in uno dei suoi messaggi sulle reti.

Se mai ci sarà una ripartizione di titoli nobiliari del nuovo despotismo, a Milei diventerà marchese di Catamarca, luogo dove si trovano i giacimenti di litio che Musk necessita per le batterie dei veicoli elettrici di Tesla, giacimenti sfruttati da Arcadium Lithium, il suo fornitore.

E chissà che Nayib Bukele, presidente di El Salvador, non raggiunga il titolo di conte di Tecoluca, dove ha fatto costruire il Centro di Contenimento del Terrorismo, la “megacárcel di massima sicurezza in cui ha offerto generosamente di ricevere in trasferimento i prigionieri di alta pericolosità che Trump le invierà.

A ognuno secondo i propri meriti.

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