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Saturday, December 21, 2024
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Benaltrista sarà lei…

CUBA – Il professor Gennaro Carotenuto, docente all’università di Macerata, gestore del sito “Giornalismo Partecipativo” ed assiduo collaboratore della rivista “Latinoamerica”, diretta da Gianni Minà, è persona indubbiamente brillante. E sempre molto penoso (anche se talora assai divertente) è vederlo precipitare  – cosa che quasi regolarmente capita quando il tema è Cuba, o il Venezuela – nel baratro della banalità, toccandone il fondo con argomentazioni che, per la loro sciatteria, non possono che sconcertare i suoi molti ammiratori.

In passato, infuriato da alcune cose da me scritte, il professore non aveva esitato, sfidando impavido il ridicolo, ad accusarmi d’essere un agente della Cia (un classico), complice dell’omicidio del poeta salvadoregno Roque Dalton (una scempiaggine allo stato puro), corresponsabile del fallimento dell’Unità (un’ovvia e piuttosto grottesca sopravvalutazione del mio ruolo in quello che fu il giornale fondato da Antonio Gramsci) nonche additandomi (mentre in questo modo mi diffamava) come diffamatore professionale (clicca qui per leggere il post). Questa volta mi accusa – in preda ad una delle sue “rabietas” e prendendo spunto da un post pubblicato sul mio blog per “Il Fatto Quotidiano”  – di scrivere di Cuba (nel caso specifico dell’espulsione del corrispondente di El País) per nascondere le stragi che si vanno consumando in Messico ed in altre parti del mondo. Si tratta, per il Carotenuto, di “benaltrismo alla rovescia”.

Ma basta così. L’articolo del professore – al pari degli altri da lui in precedenza dedicatici – appartiene sicuramente alla categoria di quelli che, come si usa dire, si commentano da soli. Una sola, brevissima osservazione prima di lasciarvi alla (a suo modo piacevole) prosa carotenutiana. Non è in alcun modo mia intenzione sottovalutare o sminuire il valore della passione che il professore dedica alle vicende messicane  (passione che 2americhe condivide al punto che proprio al Messico sono dedicati due dei tre titoli di apertura). E proprio per questo doloroso è constatare come Gennaro Carotenuto sembri non rendersi conto – nelle sue smanie di castrista offeso – di quanto insultante sia, per i giornalisti caduti nel corso della “guerra della droga”, essere usati per coprire le porcherie che, contro la libertà d’espressione, va – da ormai troppi anni – consumando il regime cubano. E qui chiudo.

Ecco quel che scrive Gennaro Carotenuto

Il benaltrismo alla rovescia di Massimo Cavallini

 

 

17 COMMENTS

  1. Definire brillante Gennaro Carotenuto mi sembra un’esagerazione. O forse è soltanto una forma di ironia. Gennaro Carotenuto è un buffone. Ho cercato di commentare nel suo sito alcune parti del suo articolo, ma il commento non è stato pubblicato. Si riferiva alla parte nella quale afferma che un editoriale del Pais affermava un anno fa che a Ciudad Juarez tutto è rose e fiori. Carotenuto non linka l’editoriale e io non l’ho trovato, ma presumo che quell’articolo altro no facesse che riportare, come decine di articoli seri sulla città, una stridente e realissima contraddizione: mentre diventa ogni giorno più violenta e mortifera, Ciudad Juarez vede aumentare gli investimenti, stranieri e non, in maquiladoras. Non voglio qui analizzare il fenomeno delle maquiladoras, ma è un fatto che CJ diventa ogni giorno più violenta ed ogni giorno più ricca (anche, se lo ripeto, la ricchezza delle maquiladoras è forse meglio perderla che trvarla). Grossolanamente falso, in ogni caso – ameno che Carotenuto non sia in grado di linkare quell’editoriale – è affermare che qualcuno (el pais o chi per lui) abbiano mai parlato di una Ciudad Juarez “miracolata”, senza più violenza né omicidi.

    • Continuo a credere, senza ironia, che Gennaro Carotenuto sia un brillante analista. Credo tuttavia che il professore palesi seri problemi d’espressione ogniqualvolta – specie quando il tema è Cuba, o il Venezuela – i fatti entrano in contraddizione con le sue idee (o con i suoi passionali pregiudizi, come in questo caso). Carotenuto sostiene – e per questo parla di “benaltrismo alla rovescia” – che El País usa le vicende cubane (nel caso specifico l’espulsione del suo corrispondente, Mauricio Vicent) per “coprire” gli orrori messicani. Ed estende l’accusa anche al sottoscritto, lasciando intendere l’esistenza, dietro questa comunanza d’intenti, d’una qualche sordida cospirazione contro l’America Latina contraria al “Consenso di Washington”. Non ho dati disponibili ed è possibile (remotamente possibile) che quelli elaborati dal direttore di Rebelión, Pascual Serrano – non propriamente un maestro in fatto d’obiettività – siano esatti. Ovvero: è possibile che davvero, El País pubblichi articoli su Cuba e sul Messico in un rapporto di dieci a uno. Io, che El País lo leggo tutti i giorni (e che nelle sue pagine tutti i giorni incontro articoli sulla violenza in Messico) non ho mai avuto questa impressione, ma non importa. Quello che davvero è ridicolo – anche se Carotenuto sembra non rendersene conto è sostenere che i dieci articoli su Cuba abbiano lo scopo di nascondere il dramma del Messico. Perduto all’interno delle sue teorie cospirative, Carotenuto inevitabilmente finisce a questo punto, per prendere lucciole per lanterne. E non si accorge che, come tu sottolinei, a Ciudad Juarez un “miracolo” ci sia stato davvero. Non lo ha scritto – se mai l’ha scritto, anch’io non ho alcuna memoria dell’editoriale di cui parla il molto scandalizzato Carotenuto – solo El País. Lo hanno scritto tutti i giornalisti per i quali i fatti hanno ancora qualche importanza. Nel 2010, mentre più di 3mila persone venivano assassinate nelle sue strade, Ciudad Juarez conosceva un aumento di posti di lavoro pari al 20.000 unità ed un 30 per cento di aumento negli investimenti in maquiladoras, confermandosi una delle punte di diamante in un paese il pil ecresceva di quasi il 6 per cento, con una parallela diminuzione dal 68 al 47 per cento della popolazione in stato di povertà. Che cosa spinga il Carotenuto a scrivere le furenti e fantasiose sciocchezze che scrive anziché analizzare questa a suo modo affascinante contraddizione, non saprei dire. Escludo che sia per stupidità. Probabilmente ci troviamo di fronte ad una variante di una antica malattia – uno dei cui effetti collaterali è, spesso, l’instupidimento – che va sotto il nome di faziosità.

  2. Cavallini, sei un pagliaccio. Gennaro Carotenuto di ha colto ancora una volta con le mani nella marmellata. Rassegnati

  3. Cavallini spara “palle incatenate”contro Cuba o il venezuela dalla comodita’ di Roma o di Miami? Ignoro da dove Cavallini stia sparando, ma quello che scrive sul Fatto lo leggo spesso. E quasi sempre gli spari sono in direzione di Washington D.C. Carotenuto non sa quello che scrive.

  4. Mi sembra che si tratti della solita vecchia questione in cui non c’è una terza via: sei procuba o sei un agente della Cia. O se non sei un agente della Cia o sei un insensibile che se ne frega degli orrori e delle violenza causati in messico dal narcotraffico. Cavallini è bravo e competente, carotenuto è bravo e competente, ma la discussione è ferma a qualche anno fa, quando cominciarono a polemizzare su omero ciai se non sbaglio. Anche io leggo il blog di Cavallini e trovo che quasi sempre sia diretto contro Washington, ma non é sempre diretto contro Washington e questo ne fa per alcuni un agente della Cia o quel che è. Che vuol dire colto con le mani nella marmellata? A che si riferisce? Mi sembra un tipico esempio di frase fatta detta tanto per dire. Mi piacarebbe vedere una evoluzione nella polemica carotenuto-cavallini che vedo sempre allo stesso punto, mi scusino i due interessati.

    • La verita` e’ che l’aorgomentazione di Carotenuto e’ talmente insulsa e strumentale che e’ applicabile a qualunque cosa. Perche’ vi occupate di Berlusconi invece di scrivere delle stragi in Messico? Perche parlate della Libia e non del Messico? Per recensite i film del festival di venezia e non scrivete del Messico? Davvero ridicolo.

  5. Lo sanno tutti che Cavallini e’ un compagno di merende di Posada Carriles. Ce l’ha a morte con Carotenuto e con Mina’ perche’ loro sono tutto quello che lui non e’.

  6. Visitando “giornalismo partecipativo”, ho notato che il professor Carotenuto ha provveduto a cancellare dai commenti anche il “trackback” che gli aveva automaticamente segnalato questo articolo di 2americhe che linkava l’articolo “il benaltrismo alla rovescia”. Ieri Carotenuto aveva cestinato il mio commento che gli segnalava come le sue accuse ad un fantomatico editoriale di El Pais, da lui non linkato, fossero del tutto fuori luogo. Confermo il mio giudizio. Il professor Carotenuto non e’ brillante. Il professor Carotenuto e’ un buffone. Ed ha una gran paura di confrontarsi con gli altri.

  7. acusa zap, e qui torniamo a bomba: chi sono i tutti che sanno che cavallini è compagno di merende di posada carriles? ma che puttanata è? ma che razza di modo di impostare una discussione….ma sei vero o sei un troll?

    • Tutti sono tutti, anche tu che, come una suorina,, difendi il compagno di merende di Posada. Con gli amici di merende di un terrorista al servizio della Cia non c’e alcuna discussione da impostare.

  8. Dell’attacco di Carotenuto mi ha colpito la frase che parla di chi “sputtana” Cavallini (l’eleganza del lnguaggio non e’ mai stato il punto forte del professore) mettendo “sul piatto della bilancia i corpi martoriati di Marcela Rocio e altri”…e il “visto ritirato a un giornalisto spagnolo”. Io credo che sia Gennaro Carotenuto a sputtanare se stesso usando quei morti (che sono morti per la liberta di stampa e la cui storia peraltro campeggia nella home page di 2Americhe.com) per coprire gli attacchi al libero giornalismo a Cuba. Si sputtana e fa anche – da tre anni vivo a Milano e l’espressione mi piace – la figura del pirla.

  9. suorina dillo a tu sorreta, io mi chiamo alessandra e non adotto ridicoli nick da cartoon giapponesi. però sono sicuramente una imbecille, perché chiedere a uno come te perche diavolo cavallini dovrebbe essere amico di posada carriles è veramente da imbecille. non sei evidentemente in grado di partorire una risposta. critici di castro uguale terroristi. intelligentissimo davvero…..

  10. Riguardo l’oligarca dell’informaizone latinoamericana Carotenuto e le sue webcensure, vi é stato un ampio dibattito qui: http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/commentiRub.asp?page=3&ID_blog=187&ID_articolo=126&ID_sezione=&sezione=

    Dispiace, ma non stupisce, che ne faccia oramia parte attiva anche una sua discepola, tale Melandri. Insomma: la webcensura, ampiamente criticata da questi personaggi, é peró da loro ampiamente praticata (non si tratta di calunnie o insinuazioni, a cui loro sembrano avvezzi, ma di cose documentate). Pazienza.

    Cara Alessandra, non te la prendere: riguardo ai loro numerosi discepoli, sempre militarmente attivi, non stupiscono. Normalmente disinformati, agiscono per slogan o passano all’offesa pura e semplice. Credono di essere ironici, ma ridono solo loro. Mai argomenti. Qualche insinuazione grottesca e via. Dimostrano che i molti anni di subcultura berlusconiana (non a caso di chiama zapp…zapping) hanno fatto evidentemente molto danno.

    Peraltro devo dire che lamento che anche Massimo si sia dimenticato che in Bolivia esiste un conflitto importante. Per chi conosce poco la Bolivia, ed Evo Morales (o si é “informata” da carotenuto), credo si tratti di un’importante e didattica chiave di lettura per capire, sui fatti, il governo di Morales.

    Si tratta della marcia indigena contro la costruzione di una strada che attraverserá un parco nazionale e territorio indigeno. In confronto l’alta velocitá in val di susa ha l’impatto di una pista di gokart, visto che si parla di un’area con la piú alta biodiversitá della Terra.
    Il governo di Morales sta portando la “civiltá” o, come hanno dichiarato i dirgenti delle organizzazioni di colonizzatori braccio squadrista del governo, far uscire gli indigeni “dallo stato selvaggio”.

    Molte informazioni su questo le troverete qui:
    http://www.ilcambiamento.it/foreste/bolivia_costruzione_strada_riserva_india_tipnis.html,
    con un interessante post di Romina e miei ampi commenti e aggiornamenti sulla questione.

    Si noti che non ne parlano le grandi corporazioni dell’informazione, e ció non stupisce, e naturalmente nemmeno i vari Carotenuto per i quali deve risultare inconveniente far sapere cosa fanno realmente i loro elogiati beniamini come Evo.

    Infine, caro Massimo…hai escluso appunto Evo dal duetto Hugo e Fidel. E’ forse perché, come diceva il buon Ciai, é un “sincero democratico”, o perché é il difensore della pacha mama, o perché il suo é un governo trasparente e incorrotto, rispettoso dei diritti umani?
    Il vecchio adagio volteriano del buon selvaggio ha fatto effetto. Capisco: parlare male di Evo, da anni, é oramai cosa ardua e sconveniente, con tutte le speranze riposte nel “primo presidente indigeno”.

    Leggetevi quindi ció che accade con gli indigeni dell’ammazonia e del chaco in Bolivia e poi, speriamo, ne riparliamo.
    Justa Cabrera, dirigente indigena guaraní, perseguitata dalla destra all’epoca del presunto separatitsmo delle oligarchie, citata come l’esempio della discriminazione dei “bianchi” dell’oriente boliviano, ha dichiarata: “questo é il governo píú razzista”…vogliamo discuterne?

  11. Mi ha informato un’amica di questa raccolta di firme online per appoggiare l’interruzione dei lavori di uno dei grandi progetti “desarrollisti” di Evo MOrales, la strada che distruggerá il parco nazionale territorio indigeno Isiboro Secure (TIPNIS), forse l’area protetta con la maggior biodiversitá della Terra:

    http://www.avaaz.org/es/save_tipnis/?sbc

  12. Cari tutti, mentre guardavate alla repressione degli studenti in Cile, Evo (quello che alla fine “é meglio lui”) procedeva alla sua repressione.

    E’ cosí finita, con la solita repressione violenta poliziesca, la marcia indigena, senza che nessuno ne parli. Ne i grandi media, ne i soliti carotenuto o melandri (o Asud) ne, ahimé, le due americhe.
    Forse, come diceva melandri, é meno importante di altre notizie dal continente.

    Gli indigeni sono stati arrestati, feriti, umiliati e deportati in camion e autobus militari. Ci sono “desaparecidos” e forse almeno un bambino morto.

    Il canale statale l’ha chiamata “evacuazione”.

    Cercheró di informare piú tardi con dettagli.

  13. Pedro vedo che insisti… volevo solo chiarire alcune cose:
    1) scrivo quello che mi pare e non quello che pretendi tu
    2) scrivo di quello di cui sono sicura e mi sembra che ti dissi che sulla strada ne sapevo poco e avevo le idee poco chiare
    3) ti ho lasciato pubblicare i link che volevi
    4)non ti ho lasciato pubblicare le offese a terze persone
    5) non mi ricordo di averti mai scritto che la questione della strada non era importante
    6) non capisco che vai trovando
    7) spero che tu la pianti
    saluti.

  14. Anche se è passato molto tempo (ma l’ho letto solo oggi), visto che è uno dei post più letti, con commenti relativi, vale la pena rispondere.
    1. Naturalmente. L’informazione è tua. Non pretendo nulla. Magari solo che si pubblichino i miei commenti.
    2. Naturalmente. L’autostrada nel parco nazionale e territorio indigeno la costruisce un tuo beniamino (evo morales). Compresibile che tu ne sappia poco.
    3. Grassie. Troppo buona.
    4. Dove? Non ricordo di offese a terze (o prime) persone. Ho sempre difeso il diritto di chiunque di usare, per rispondere ai miei commenti, il linguaggio che meglio crede, incluse le offese, pretendendo magari che contenessero anche qualche argomento. Ma realmente non ricordo di averli imitati. Ricordo invece la tua simpatica insinuazione nei miei confronti (http://www.annalisamelandri.it/2009/02/certamente-monarchia-lettera-aperta-al-quotidiano-la-repubblica/). Sei la padrona del vapore. Decidi naturalmente tu.
    5. Naturalmente. Semplicemente non ne hai scritto nulla. Notizia non pervenuta.
    6. Tu scrivi ciò che vuoi, e difenderò sempre questo tuo diritto, ma vuoi anche che si commenti come vuoi tu. Annalisa Annalisa…io intento, con scarso risultato, di dare qualche strumento di informazione dal paese in cui vivo e di cui si hanno normalmente solo poche fonti. Sembra che tu invece abbia una insaziabile voglia di un mondo solo di “lacayos”, o “llunqus”, come diciamo qui.
    7. Non sono benvenuto, e questo lo sapevo, e naturalmente mandi un’inguinzione di non molestare. Carotenuto l’ha fatto semplicemente nel modo che meglio conosce: operando la censura, da te imitato. Non ho la vocazione, ne il tempo, del martire, e per questo da tempo, ne ti leggo ne commento. Ma chissà un giorno…

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