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Sunday, December 22, 2024
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Biden, presidente in caduta

Gli ultimi due mesi sono stati, in materia di sondaggi, piuttosto crudeli con Joe Biden. E la caduta è cominciata quanto, alla metà d’agosto, il mondo intero ha contemplato le immagini – immagini d’una disfatta – della ritirata delle truppe Usa dall’Afghanistan. Ma quali sono, oltre queste immagini le vere e più durevoli ragioni della perdita di consenso del presidente?  E come può Biden recuperare i consensi perduti? In questo articolo per il New Yorker, Benjamin Wallace-Wells, lo chiede ad alcuni dei più qualificati sondaggisti. E la loro risposta è riassumibile in due parole: Covid e economia. Dell’Afghanistan, sostengono, nessuno si ricorderà più quando, nel novembre del 2022 si terranno le elezioni di mezzo termine.


Joe Biden ha speso mezzo secolo prima coltivando e poi godendo di alti indici d’approvazione pubblica. Ma nelllo spazio di due settimane nel mese di agosto, tutto è crollato. In un’elegante grafico il Fivethirtyeight, la linea verde che rappresentava il rating di approvazione di Biden aveva aleggiato tra il 50 ed il 55 per cento lungo i primi otto mesi della sua presidenza, mentre la linea arancione che segnava il suo rating di disapprovazione rimaneva tra il 30 ed il 40 per cento. Il che delineava, un livello di entusiasmo per un presidente non lontano da quelli che, di norma, si registravano nel secolo scorso. Poi, a metà agosto, la linea verde ha sterzato verso il basso e la linea arancione ha fatto altrettanto verso l’alto, così proseguendo fino ad incrociarsi ed invertirsi. Non molto tempo dopo il Labor Day, la pubblica opinione sembrava essersi stabilizzata a un nuovo livello, con l’approvazione del presidente intorno al 45 per cento e la sua disapprovazione prossima al 50. Tra i recenti presidenti, solo Donald Trump aveva fatto peggio nei primi nove mesi nel suo mandato. Il che pone, a Biden, una urgente domanda: che cosa può fare per modificare la tendenza rimbalzando indietro?

Nell’immediato troviamo il progetto per infrastrutture del Presidente e i piani di spesa sociale, che dai negoziati congressuali in corso possono uscire con finanziamenti che oscillano tra 0 e 4.500 miliardi di dollari. Ovvero: tra il tutto ed il nulla. Il tutto di storiche riforme e la banalità di provvedimenti senza storia. Più in lontananza, ci sono le campagne a medio termine, che, come le decorazioni di Halloween, sembrano arrivare sempre prima. In bilico ci sono le carriere di centinaia di politici ed una possibile svolta nella politica americana. E questa è la ragione per la quale consulenti politici e altri osservatori interessati vanno di questi tempi conducendo le proprie indagini, per cercar di capire che cosa abbia davvero causato la caduta e quanto e come questa caduta possa durare.

L’approvazione di Biden precipita in corrispondenza della caduta di Kabul, il 15 agosto, ma anche i consulenti repubblicani sembrano convinti che la rabbia per l’Afghanistan non durerà fino alla metà del mandato. C’è tuttavia un’altra teoria, secondo la quale gli elettori che hanno scelto Biden come “mano ferma”, capace sollevare il paese dalle sue crisi sovrapposte, cominciano a dubitare che possa mantenere la promessa. Nel mese di settembre, la sondaggista Sarah Longwell, una repubblicana di lunga data e un pilastro del movimento “Never Trump”, ha tenuto riunioni con focus group di “swing voters” fin dal momento dell’inaugurazione di Biden, e questa è la sua opinione su quel che ha cambiato. “Gran parte del fenomeno – dice – dipende dal Covid”.

Gli elettori esaminati da Longwell sono un gruppo particolare: hanno tirato la leva per Trump nel 2016 e per Biden nel 2020; vantano generalmente un livello d’istruzione universitario, e sono quasi tutti vaccinati, fiduciosi che le elezioni non siano state rubate e molto attenti in materia di debito nazionale. Longwell dice: “Hanno quello che chiamerei una sbornia da Reagan, laddove pensano che Paul Ryan stia tornando nel Partito Repubblicano per salvarli. Il che certamente non accadrà.” Durante un precedente turno di focus group, in marzo e aprile, gli elettori “oscillanti” di Longwell erano abbastanza soddisfatti dei progressi compiuti da Biden contro la pandemia: le persone stavano ricevendo i loro vaccini, i numeri COVID stavano migliorando. I gruppi, che si sono dimostrati relativamente a loro agio con i mandati vaccinali, sono stati, dice Longwell, “cautamente ottimisti”. La loro speranza con Biden, come l’ha letta Longwell, era per una riduzione del caos, “come quando l’allarme dell’auto che mi ronzava nell’orecchio alla fine si ferma”.

 Ma a settembre la situazione era completamente cambiata. “Siamo tornati in un ambiente COVID con maschere, e di fronte a un anno scolastico con persone divise”, dice Longwell. Essendo la loro politica in generale di centro-destra, molti dei partecipanti al focus-group hanno, a questo punto, sottolineato il costo economico della pandemia. Quali sono, dunque, le questioni dalle quali più dipende l’approvazione di Biden? Tutto dipende da “se la pandemia è sotto controllo o meno, e se l’economia si sente sicura e stabile o meno” dice Longwell.

Brock Mccleary, un agente repubblicano di lunga data, è stato il principale sondaggista della campagna di Trump per gli Stati swing durante la fase finale del ciclo elettorale del 2020. Anche lui attribuisce la vittoria di Biden e la sua iniziale popolarità alle opinioni degli elettori sulla sua competenza su COVID………clicca qui per leggere l’intero articolo

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