Eliane Brum si pone questa domanda – la stessa che arrovella oggi milioni di brasiliani – in un articolo pubblicato da El País. Ed a giustificare quello che di questi tempi è molto più d’un semplice dubbio si possono elencare una lunga serie di fatti e circostanze. A cominciare dal sempre più aperto tentativo, messo in atto da Jair Bolsonaro, presidente in carica, di delegittimare le prossime elezioni, sulla base di ipotesi di frode basate sul nulla. Pur non ignorando questi fatti e queste circostanze, Elaine Brum avanza tuttavia un’altra e più comprensiva tesi: il golpe è in realtà già in corso. Ed è cominciato – addirittura ancor prima della vittoria elettorale di Bolsonaro – con la corruzione, o meglio, con la corrosione del linguaggio e della parola. Una corrosione già culminata, non solo in Brasile, nella distruzione della verità come valore comune. Anche negli Stati Uniti – dove una realtà istituzionale molto più forte della brasiliana ha quantomeno impedito a Trump di restare alla Casa Bianca vanificando il risultato delle elezioni dello scorso novembre – i risultati di questa corrosione restano evidenti ed operanti. Che cosa accadrà in Brasile – un Brasile nel quale Bolsonaro va ogni giorno avvelenando i pozzi della democrazia – quando, il prossimo anno, il Paese tornerà alle urne…leggi…