Trump ci ricasca: molestie sessuali alla bandiera

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Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Ed il lupo Trump è certo la più nitida rappresentazione della permanente validità di questo antico detto. Nonostante il pelo già perso – gli 83,3 milioni di dollari che dovrà pagare a E. Jean Carroll – e quello che si appresta a perdere (sono almeno un’altra dozzina le denunce per stupro e molestie che la giustizia sta valutando a suo carico) l’ex presidente continua infatti imperterrito nelle sue aggressioni all’opposto sesso. Il tutto, peraltro, in perfetta sintonia con la filosofica illustrazione del suo rapporto con le donne contenuta nei famosi “Hollywood Access tapes”. Se sei ricco e famoso – aveva in sostanza sostenuto Trump in quell’occasione, “you can grab them by the pussy”, puoi afferrarle per la (inserire qui la più volgare definizione dell’organo sessuale femminile) e loro ti lasciano fare. Vittima delle incontenibili voglie del presidente è stata – ancora una volta – la bandiera a stelle e strisce, nota anche come “Old Glory”.

Era già ripetutamente accaduto in passato ed è accaduto di nuovo ieri, durante la conferenza del CPAC, il Comitato che unisce ed appoggia finanziariamente la destra più a destra della destra. Anche in questo caso, l’aggressore non ha mostrato alcun riguardo per la veneranda età – oltre 200 anni – dell’aggredita. Anzi, come già nelle precedenti occasioni, l’aggressione si è verificata in pubblico. Ancor peggio: si è consumata di fronte ad un pubblico plaudente. Il che significa che mentre E. Jean Carroll – attaccata da Trump, al provarsi un vestino nel camerino d’un grande magazzino – ha potuto infine rivalersi di fronte alla Giustizia, la stessa cosa non sarà possibile per la povera e sempre più indifesa Old Glory. Son tempi duri per le bandiere. Specie laddove – se conoscete un paese dove il fenomeno è in corso, scrivetene qui il nome – va crescendo il tanfo del rinascente fascismo

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