Stando ai più che credibili dati elaborati dall’Observatorio de la Deuda Social, gestito dall’Università Cattolica, gli incici di povertà hanno raggiunto, in Argentina, il 57,4 per cento della popolazione, con un aumento record del 15 per cento rispetto al dicembre dello scorso anno. Tra le più evidenti cause del fenomeno, la pesante svalutazione della moneta decretata dal nuovo governo, in virtù dela quale sono fortemente aumentati i prezzi di tutti i generi di prima necessità. Ecco quel che scrive a proposito Mariano Sprezzapria su La Nación di Buenos Aires
L’Osservatorio de la Deuda Social Argentina dell’Università cattolica stima che la povertà ha subito un brusco balzo dal 49,5% nel dicembre 2023 al 57,4% nel gennaio 2024, balzo che l’avrebbe portata ai livelli più alti negli ultimi 20 anni. Questa stando al rapporto “Argentina secolo XXI: Debiti sociali cronici e disuguaglianze crescenti. Prospettive e sfide”, che è stato reso pubblico in questo fine settimana.
Secondo l’AAU, l’aumento è direttamente collegato alla svalutazione che, decretata dal governo lo scorso dicembre, ha aumentato i valori dei panieri alimentari di base e la totalità dei generi di consumo. Ciò sarebbe avvenuto nonostante l’aumento delle fonti secondarie di pensioni, pensioni e reddito da lavoro. L’indigenza, in quanto, è stata individuata dallo studio nel 15% della popolazione del paese.
Contattato da LA NACION, il direttore dell’Osservatorio del debito sociale dell’UCA, Agustín Salvia, ha precisato che il rapporto si basa su “una simulazione statistica basata sui dati dell’indagine del terzo trimestre dello scorso anno”. Comunque, ha avvertito: “Non credo che siamo molto lontani da ciò che sta accadendo”. Lo specialista ha detto che i principali interessati dalla situazione sono “la classe media bassa e i lavoratori scarsamente qualificati”. Parlando specificamente della povertà, la popolazione in questa situazione, che secondo l’UCA raggiunge già 27 milioni di argentini, ha avuto due processi di incremento: è passata dal 44,7% nel terzo trimestre del 2023 al 49,5% nel dicembre dello stesso anno e, infine, al 57,4% nel gennaio 2024. I motivi non sono legati solo all’aumento del paniere di base totale, ma anche al reddito delle famiglie….
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