Nelle ultime elezioni, Nayib Bukele, l’ultimo e più tecnologico dei dittatorelli latinoamericani, ha inferto al suo vecchio partito, il FMLN – erede della lotta armata che, per molti anni ha combattuto contro i vari governi autoritario-omicidi che hanno governato El Salvador – quello che sembra essere un colpo mortale. Il FLMN non ha conquistato un solo municipio ed è rimasto escluso dalla Assemblea Nazionale. Che cosa significa questa cocente sconfitta? Un via libera per le sempre più ovvie ambizioni dittatoriali di Bukele? La fine, in Salvador, d’ogni prospettiva “di sinistra”? A queste domande prova a rispondere, su El Paísi di Madrid, questo articolo di Carlo S. Maldonado