Joe Biden, suicidio in diretta tv

0
344

Un disastro. Un disastro al quale, a questo punto, solo la visione d’un’altra e ben più grande catastrofe – quella di altri quattro anni di Donald J. Trump alla testa della più potente Nazione del pianeta – potrebbe (ma non è davvero il caso di farsi illusioni) porre rimedio. Joseph Robinette Biden, presidente in carica, era giunto a questo primo (e forse ultimo) dibattito presidenziale con un indiscutibile vantaggio. Da lui non ci attendeva, in fondo, che una prova di normale attitudine al comando, un minimo di padronanza di sé stesso, una prestazione appena al di sopra dei livelli di rimbambimento che gli venivano costantemente rinfacciati, con insultanti accenti, da un rivale che, a sua volta, non aveva certo mancato d’offrire, nel corso di questa campagna elettorale (e, per la verità, nel corso di tutta la sua fulminante carriera politica) prove d’una incoerenza che, aggravata dal peso dei suoi 78 anni, ha da sempre, a prescindere dall’età, trovato alimento in un innato narcisismo ed in una patologica, spesso tronfiamente ridicola, tendenza alla megalomania ed alla menzogna. Patologica, ridicola e, quel che è peggio, in aperta contraddizione con qualsivoglia logica democratica.

Per superare la prova e per cancellare o, quantomeno, per alleggerire, il più pesante fardello che gravava su di lui e sulla sua corsa alla rielezione – quello, notoriamente, degli 86 anni che avrà nel 2028 al termine d’un eventuale secondo mandato – a Joe Biden sarebbe bastato poco ieri notte. Diciamo che poteva esser sufficiente qualcosa appena al di sotto di quello che, solo quattro mesi fa, aveva brillantemente (tutto è relativo) dimostrato nel corso del suo Discorso sullo Stato dell’Unione. In quella occasione, come molti ricorderanno, i repubblicani lo avevano aspettato al varco convinti di poterlo distruggere esibendone la decrepitezza in diretta televisiva ed a Camere riunite. Ma alla fine erano stati loro ad uscirne a pezzi.

Biden – grazie al teleprompter e ad una ritrovata vivacità d’espressione – non solo aveva offerto un eccellente ed articolato discorso, ma aveva anche tenuto con autorità testa alle provocazioni che partivano dai banchi dai più accesi trumpisti, ormai padroni di quello che fu il partito di Abraham Lincoln. Ed a fare un clamoroso, patetico flop era in realtà stata, in quell’occasione, la poco più che trentenne senatrice dell’Alabama, Katie Britt, alla quale il Grand Old Party aveva ufficialmente affidato il compito di rispondere al presidente, offrendo al Paese una eclatante e contrapposta testimonianza di giovanile freschezza e di futuristico acume. Ne era uscita un’alquanto patetica e dilettantesca recita ridicolmente sopra le righe, in tutto degna del provino d’una attricetta priva di talento; ed oltretutto condita dal racconto d’uno stupro – apparentemente commesso da un immigrante illegale e, indirettamente, da Joe Biden, reo di avergli aperto le porte del Paese – poi risultato esser avvenuto non negli Usa, ma in Messico, e negli anni in cui presidente era il repubblicano George W. Bush.

Tutto quello che Joe Biden doveva fare ieri notte era ripetersi in prossimità di quei livelli. Bastava non impappinarsi e lasciare che Donald Trump fosse Donald Trump. Ovvero che, sospinto dai suoi peggiori, anzi dai suoi unici istinti, l’ex presidente si aggrovigliasse nelle sue stesse menzogne.

Cosa che Trump, essendo Trump, ieri notte ha puntualmente fatto, incontrando però, di fronte a sé, non repliche e puntualizzazioni, ma una strada spianata, una sorta di deserto. O, più precisamente, il fantasma di un non-rivale incapace di qualsivoglia contrattacco, inamidato ed assente, come intimidito da sé stesso e dalla propria ansia. Biden ha costantemente parlato con un filo di voce roca, spesso impegnata in una perdente battaglia con un difetto – quello della balbuzie – che ha accompagnato tutto il suo ormai lunghissimo percorso politico e che il trascorrere degli anni non ha di certo contribuito a migliorare.

Donald Trump ha detto e fatto tutto quello che ha voluto. E quale che fosse il tema della domanda sempre è tornato, incontrando repliche appena percettibili (Biden ha sempre parlato, non solo a bassissima voce, ma anche ad una velocità che tradiva un’evidente angoscia da performance) sul medesimo tema: quello della ondata di “immigranti che avvelenano il sangue della Nazione”. Ieri, ovviamente, Trump non è tornato a pronunciare questa frase che d’acchito diffonde l’inconfondibile tanfo del “Mein Kampf” hitleriano, ma ha continuato imperterrito a parlare di “paesi che svuotano le proprie carceri” per mandare negli Usa i loro “peggiori delinquenti”. Quali sono le sue proposte – gli chiedevano i due moderatori della CNN – per salvare il Social Security (il sistema pensionistico) ed il Medicare (l’assistenza sanitaria pubblica per gli anziani)? C’è un solo modo per farlo: chiudere le frontiere che Joe Biden, il peggior presidente della storia degli Stati Uniti, ha criminalmente aperto offrendo, anzi, regalando assistenza e pensioni agli immigranti illegali. Illegali e assassini. Quali sono le sue proposte in materia economica? Durante la mia presidenza l’America ha conosciuto la più rigogliosa economia della sua storia. Ed oggi tutto questo è minacciato dalla politica di frontiere aperte di Joe Biden. Qual è la sua politica nei confronti delle minoranze? Chiudere le frontiere e fermare l’ondata di criminali che vengo a rubare lavoro a neri e ispani….

Non si fosse trattato di un dibattito, ma di un’intervista condotta da un giornalista indipendente, appena esperto nell’arte del fact-checking, l’esibizione di Trump – che tanto nel 2016 contro Hillary Clinton, quanto nel 2020 contro un meno ossificato Joe Biden aveva rovinosamente perduto tutti i dibattiti presidenziali – si sarebbe risolta in un’autentica, umiliante catastrofe. Di fronte al Joe Biden che ieri si è presentato negli studi CNN è stata invece un trionfo. Neppure sui temi che gli erano più favorevoli – come quello delle condanne penali e delle 89 imputazioni criminali che gravano sul capo dell’ex presidente, o come quello dell’aborto e dell’abolizione della Roe vs. Wade che, due anni fa fu una delle ragioni della disfatta repubblicana nelle elezioni di metà mandato – Joe Biden è riuscito a offrire risposte non dico convincenti, ma almeno percepibili. E allorché il dibattito si è spostato sui fatti del 6 gennaio del 2021 – quando, come tutti ben ricorderanno, una folla da lui aizzata assaltò il Congresso per impedire la nomina a presidente di Joe Biden – Donald Trump ha potuto in tutta tranquillità affermare che la colpa dell’accaduto fu tutta di Nancy Pelosi, ai tempo speaker democratica della House of Representatives. Sembra una barzelletta. E, in fondo, proprio questo è stato il dibattito di ieri notte: una tragica, irrimediabile barzelletta.

Che accadrà adesso? Comprensibilmente, le prime reazioni rivelano una – ovvia, ma ormai tardiva – ondata di panico in casa democratica. E di ben scarsa consolazione è, a questo punto, sottolineare come, ormai da tempo, i dibattiti presidenziali abbiano un ruolo marginale nelle corse presidenziali. Lontano è ormai il ricordo del famoso confronto televisivo – il primo della storia – che, nel 1960, agli albori della società dei mass-media, vide il volto fresco e giovanile di John Fitzgerald Kennedy prevalere sulla “five o’clock shadow”, la peluria d’una barba non adeguatamente rasata di Richard Nixon…

Può essere. E illudersi che la debacle democratica di ieri notte non sia che una insignificante parentesi nella corsa alla Casa Bianca non costa nulla. Resta però il fatto che stavolta il confronto televisivo tra i candidati era stato – e del tutto credibilmente -presentato come una sorta di ultima spiaggia per Joe Biden. O la andava o la spaccava. O Biden dimostrava di non essere troppo vecchio per altri quattro anni di presidenza, o meglio era, da subito, adeguarsi all’idea di un ritorno alla presidenza degli Stati Uniti dell’uomo che nel gennaio del 2021 guidò  l’assalto a Capitol Hill. Ieri notte Joseph Robinette Biden ha spaccato. Con quali conseguenze per l’America e per il mondo lo sapremo presto.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.