Corrotti e benvenuti

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Tra le altre meraviglie del regime di Daniel Ortega – ormai in tutto e per tutto paragonabile a quella che fu la lunga tirannia dei Somoza – anche questa va annoverata: l’accoglienza offerta (presumibilmente non a titolo gratuito) a tutti i presidenti che, in paesi limitrofi o lontani, sono stati condannati per le più varie forme di corruzione. Ultimo dei beneficiari l’ex presidente di Panama Ricardo Martinelli. Un servizio di BBC-News.


Dall’inizio di febbraio, l’ambasciata del Nicaragua a Panama City ha un nuovo ospite.

Si tratta dell’ex presidente panamense Ricardo Martinelli, che si è rifugiato nella sede diplomatica dopo aver ricevuto asilo dal governo nicaraguense dopo essere stato condannato a più di dieci anni di carcere per riciclaggio di denaro.

L’ex mandatario ha affermato di essere un perseguitato politico e ha denunciato un presunto piano del governo di Panama per assassinarlo ed evitare così il suo ritorno al potere dopo le elezioni del prossimo 5 maggio.

Anche se i sondaggi lo hanno indicato come probabile vincitore, il Tribunale elettorale di Panama ha già annunciato che la sentenza “è in procinto di essere eseguita” e che a quel punto la sua candidatura presidenziale sarà ufficialmente revocata.

L’asilo concesso dal Nicaragua cominciò così a stringere le relazioni diplomatiche tra l’esecutivo di Daniel Ortega e quello panamense, che si impegnarono in un incrocio di dichiarazioni.

La Cancelleria nicaraguense ha annunciato la sua decisione di concedere asilo a Martinelli lo scorso 7 febbraio e ha chiesto a Panama un lasciapassare affinché l’ex presidente potesse recarsi a Managua per rifugiarsi.

Tuttavia, il governo panamense ha respinto la sua richiesta due giorni dopo, ritenendo che la situazione giuridica di Martinelli, dopo essere stato condannato a morte, gli impedisse di beneficiare di un asilo di questo tipo.

L’esecutivo di Cortizo ha avvertito di “conseguenze diplomatiche” se Martinelli, che ha criticato apertamente il governo del suo paese in interviste concesse dal suo rifugio, utilizza l’ambasciata nicaraguense per compiere azioni o dichiarazioni che hanno un impatto sulla politica domestica panamense, poiché sarebbero considerate “un’ingerenza negli affari interni” del Paese.

Il Nicaragua rispose allora che l’asilo politico “deve essere rispettato come un diritto umanitario”, per cui Panama deve assumere le convenzioni internazionali su questa figura e permettere la partenza di Martinelli..

Clicca qui per leggere l’intero articolo, in spagnolo, su BBC-News

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