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Il Grande Fratellino

O, se si preferisce. un Fratello un po’ meno grande. O, ancora, piu in concreto: spia qualcosa meno di quel che spii oggi. Nell’agosto del 2007, quando aveva da poco lanciato la sua candidatura alla Casa Bianca, Barack Obama tenne un molto pubblicizzato discorso sulla lotta al terrorismo. Ed usò parole molto dure contro il sistema di sorveglianza interna – aggiornata riedizione del Grande Fratello di orwelliana memoria – messo in atto dal suo predecessore, George W. Bush, attraverso il Patriot Act, legge contro la quale l’allora giovane senatore dell’Illinois aveva senza esitazioni votato nel 2005, quando venne discussa (ed infine approvata) a Capitol Hill. Nel 2008, eletto presidente degli Stati Uniti, Obama ereditò quel sistema di sorveglianza globale. E, non solo lo mantenne intatto, ma addirittura lo ampliò fino a raggiungere dimensioni che molti ritengono siano infine sfuggite al suo controllo, non esitando poi a difenderlo allorquando, lo scorso anno, le rivelazioni di Edward Snowden l’hanno, almeno in parte, reso di pubblico dominio. Ora Obama sembra volersi riavvicinare al se stesso di sei anni fa, e promette di “spiare un po’ meno”. Ovvero: di riportare sotto il controllo istituzionale un sistema andato ben oltre i confini di legittime esigenza di autodifesa contro le trame del terrorismo internazionale. Gli si può credere?

La lettura di questo articolo del New York Times, che ben racconta l’evoluzione, o meglio, la involuzione, del Barack-pensiero in materia di spionaggio, può forse aiutare a trovare una risposta.

Vedi anche, in questo video, quel che Obama pensava del Patriot Act nel 2005. E, in quest’altro video, la contrapposizione tra il Barack candidato presidenziale del 2007, ed il Barack presidente del 2013.

In inglese, il testo integrale del discorso con il quale Obama ha annunciato la riduzione dei programmi di spionaggio

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